Georeferenziazione cartografia fine '800 (sulla destra i ruderi del convento)
Origini e cenni storici di Cittanova
Le origini di Cittanova hanno una prova documentale, il bando del 12 agosto 1618 di
edificazione del "Nuovo Casale di Curtuladi", in seguito denominato Casalnuovo e sorto come centro di raccolta
delle popolazioni dei casali distrutti dal terremoto del 1616 e dalle pestilenze degli anni precedenti nella
piana di Terranova. Stele Furono erette parecchie chiese e nel 1728 anche un convento,
sotto il titolo di S. Pietro d’Alcàntara dei Padri Minori Osservanti. "Il 5 febbraio in brevi momenti distrusse il lavoro di molta
industria umana e cangiò in una scena di compiuto lutto ciò che dianzi sembrava il soggiorno della
pace, e delle grazie. I tempi, i ricchi edifici, le umili case divennero in un fiato solo prede fatali di un
terremoto, che confuse e annietò tutto in orribile modo. Fra tante perdite, memoranda e lagrimevole fu
sopra ogni altra quella della Principessa di Gerace la quale ritrovavasi in questo suo feudo a diporto: dama, che
lasciò di se stessa un tormentoso desiderio, e che per la memoria delle sue splendidi e gentili maniere
da tutti gli animi onesti, e sensibili, tanto universalmente compianta in morte, quanto fu in vita da tutti
ammirata. Faglia di Cittanova - elaborazione Francesco Politi Noi non potremmo allora osservare nulla sulle ruine di Casalnuovo perchè la provvida
mano del governo ne aveva fatto sgomberare i rottami. Ciò che non potè ferire il nostro sguardo fu
una orribile
fenditura, formatasi lungo le basi della rupe altissima (Cavallica). Questa dalla punta del monte,
per ove si va alla Serra delle Tavole, si estende verso oriente, seguendo la direzione delle basi suddette e poi
si diverge nelle pianure conterminali, inclinando alcun poco verso settentrione. Non è facile il decidere
da qual parte cominciata si fosse; La sua longitudine eccede la misura di mille passi. Nella sua estensione non
ha uguale apertura." Il terremoto-flagello del 1783 distrusse il Convento,
che restò però nella memoria dei sopravvissuti, a tutt’oggi, col nome di Convento di S. Pasquale. Carta austriaca del Regno di Napoli (stralcio) Come casale del Ducato di Terranova Casalnuovo sottostette al dominio di casa Grimaldi fino al
sovvertimento della feudualità nel 1806.
Il I° aprile dell'anno 1852 con un decreto emanato da
Ferdinando II di Borbone, a seguito di istanza del Decurionato del Comune
di Casalnuovo, riunitosi in data 7 settembre 1851, prese il nome di Cittanuova. Denominazione in seguito tramutata
in Cittanova.
E' sempre stata (fino alla data di completamento della strada a scorrimento veloce di
attraversamento della dorsale calabrese tra Rosarno e Gioiosa Jonica, approvata nel 1974 e completata alla fine
degli anni '80) un passaggio obbligato ed un centro di diramazione degli scambi commerciali poichè
la stessa presenza dell'abitato era connessa al sistema di comunicazione. La cittadina presenta un impianto urbano
particolare composto da una parte consolidatasi dopo il sisma del 1616 e da un altro settore sviluppatosi dopo il
terremoto del 1783. Carta del’
itinerarj militari da Bologna a tutto il Regno di Napoli. Infatti l'impianto originario di Cittanova, nel Seicento, è caratterizzato dalla via
che dal litorale Jonico raggiunge il crinale di Gerace ed il Valico del Mercante e si divide nei due percorsi per
Gioia Tauro e Rosarno. La cittadina assume subito una caratteristica forma ad Y. Su esso, nella fase di espansione successiva, convergono inoltre i percorsi da Polistena e da
Terranova, il primo con la Via Fondaco (attuale via Vincenzo Gerace) ed il secondo identificabile con la
Via Olmo. Il
nucleo originario Con la diramazione proveniente da Locri Epizephiri, parallela al percorso del Mercante
(attuale tratto urbano della strada provinciale - ex Strada Statale 111), l'iniziale impianto ad Y si trasforma in
una impianto ad X.
Il baricentro della cittadina si sposta così più ad est in
Piazza Garibaldi.
Tra il 72 ed il 71 a.C. parte del nostro territorio comunale, quello compreso nel
Dossone della Melìa, fu teatro di una battaglia cruenta
tra i gladiatori di Spartaco e le legioni romane di Marco Licinio Crasso.
Nel 73 a.C., mentre Roma ha il pieno controllo della penisola italiana e del territorio circostante,
una settantina di schiavi costretti con la violenza ad addestrarsi come gladiatori riesce a fuggire ed
a procurarsi un carico di armi destinate alle truppe regolari.
Le prime truppe romane mandate loro incontro sono sconfitte.
Le file degli insorti vengono supportate da altri schiavi, pastori, contadini.
I ribelli sono capaci di condurre operazioni di guerriglia tali da sconfiggere intere legioni di
soldati romani. Uno studioso reggino, Carmelo Turano, ed il
prof. Domenico Raso, collocano
questi eventi in una zona montana posta lungo la linea che congiunge Gioia Tauro e Locri,
ossia su quello stretto ed allungato istmo montagnoso che collega le Serre con l'Aspromonte,
il Dossone della Melìa. La presenza sullo
Zomaro di resti, di muri antichi e di larghi fossati,
compatibili con il sistema di fossi descritto dalle fonti antiche su Spartaco e riconducibili ad antiche
opere militari, nonchè alcune designazioni
toponomastiche della zona (Piani di Marco, Serro di Marco, Chiusa o Chiusa Grande, ecc.), identificano
con precisione tali luoghi. I Principi di Piemonte Umberto e Maria Iosè a Cittanova
per l'inaugurazione del civico acquedotto. I SAVOIA A REGGIO E IN CALABRIA ... Al termine della sosta a Palmi i Principi di Piemonte proseguirono per gli altri paesi della Piana.
A Taurianova compiono il giro di Radicena e Jatrinoli, fatti segno a continue acclamazioni del popolo.
Seguì l'inaugurazione dell'Ospedale intitolato alla Principessa Maria Josè; e nel cortile del nuovo
grande edificio, alla presenza delle LL.AA.RR., si svolge la cerimonia della benedizione, impartita dallo stesso
Vescovo di Mileto Mons. Albera.
Ivi stesso il Commissario Prefettizio Cav. Aprea legge un breve indirizzo in omaggio degli Augusti
Personaggi.
Continuando il viaggio i Principi di Piemonte giunsero a Cittanova, ove assisterono sulla tribuna d'onore
all'inaugurazione dell'acquedotto
Serra, presenti anche il seguito, tutte le autorità e numeroso popolo. Si chiuse la cerimonia dopo che
il Podestà Cavaleri pronunziò un vibrante discorso di omaggio, e dopo che fu presentato, su di
un vassoio d'argento, un filo elettrico a S.A.R. il Principe Umberto che toccando un bottone, apre i rubinetti,
che fanno scaturire da una vasca
monumentale un altissimo zampillo d'acqua. L'acquedotto Serra è stato progettato e costruito dallo Ing. Comm. Antonio Pucci. Prima di lasciare
Cittanova gli Augusti Principi compirono una visita ai magnifici giardini pubblici; ed ivi la moltitudine del
popolo in attesa, li accoglie con incessanti battimani ed evviva.
Girolamo Grimaldi, signore del feudo di Terranova, aveva chiesto ed ottenuto l'assenso del re di edificare
ciò che nel bando veniva denominato il "Nuovo Casal di Curtuladi". Tuttavia, già in precedenza
nell'ambito della bonifica del latifondo dei Grimaldi di Gerace, nello
stesso luogo esisteva un fondaco.
Tutto l'insieme era conosciuto col toponimo di Casalnuovo, già intorno alla metà del XV° secolo.
Una violenta scossa di terremoto provocata da quella che in seguito verrà denominata la "Faglia di
Cittanova", facente parte del Sistema Serre-Aspromonte, terremoto noto agli storici come il
"flagello", mercoledì 5 febbraio 1783,
distrusse l'intero abitato di Casalnuovo ed altre città e villaggi della piana (compreso tutta la regione
tirrenica sottostante le Serre Meridionali, dal Monte Crocco all'Aspromonte, distruggendo tra l'altro Reggio e
Messina) causando migliaia di vittime. A Casalnuovo rimasero integre solamente una
fontana e una colonna di pietra sormontata da una croce
in ferro.
In un mese e mezzo si verificarono numerose scosse, quattro delle quali di eccezionale violenza: XI° grado della
scala Mercalli il 5 febbraio, X° il 7 febbraio, IX° l'1 marzo e X° il 28 marzo. Gli epicentri delle scosse maggiori
migrarono dalle pendici settentrionali dell'Aspromonte verso Nord sino alla stretta di Catanzaro. La Calabria
meridionale ne uscì con enormi danni e con un vero e proprio sconvolgimento geomorfologico ed idrogeologico.
Molte colline franarono e molti terreni inclinati sul monte scivolarono verso il basso. A Casalnuovo morirono
sotto le rovine 2017 persone nonostante le strade larghe e le case basse.
Il suo cadavere fu estratto dalle rovine nel terzo giorno. La tempia diritta e il fianco corrispondente serbavano
i segni del colpo fatale che oppresse vita si cara. L'infranta spoglia mortale di lei or giace in un tumulo eretto
tumultuariamente, e depositata nella piccola baracca che fa le veci della distrutta chiesa dei P.P. Alcantarini,
e che è posta poco lungi dalle basi della rupe Cavallica, negli estremi confini di Casalnuovo.
(Testo tratto da "Michele Sarconi - Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone
nell’anno 1783 posta in luce dalla Reale Accademia delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli. Prima edizione
in Napoli, presso Giuseppe Campo, 1784").
L'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Jean Antoine Ètienne Vachier detto Championnet, nel 1799,
lo comprendeva nel Cantone di Seminara.
Il 19 gennaio del 1807, con l’ordinamento amministrativo disposto dai Francesi per legge, Casalnuovo veniva elevato
a capoluogo di governo con giurisdizione sui luoghi di Radicena, Jatrinoli, Vatoni, Gioia e San Martino.
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In data ventiquattro aprile millenovecentoventiquattro, con decreto del Re Vittorio Emanuele III, è stato
concesso al Comune di Cittanova l' uso dell'attuale stemma civico.
Rizzi Zannoni, 1808
L'antica percorrenza del Passo del Mercante, passante lungo il crinale del Colle Palermo e poi sul ponte che
attraversa ad ovest il Fosso Cavaliere in prossimità della Fontana dello Schioppo, conduceva al principale
asse urbano di Via Garibaldi.
Tale percorso, biforcandosi, determina il nucleo originario caratterizzato da un tessuto a ventaglio, convergente
sulla chiesa del S.S. Rosario.
Su questo impianto, a raggera, si innesta la dilatazione pianificata dopo il 1783.
All'asse urbano di Via Garibaldi viene creato un contrasse trasversale
(Via Roma), un raddoppio dell’asse
trasversale (Via Filangieri), e poi i tronchi
perimetrali di smistamento di Via Tirreno e Via Nazionale caratterizzate da una serie di palazzetti nobiliari.
Successivamente l'abitato si spinge fino al limite consentito dalle propaggini montuose.
L'impianto urbano, ancora oggi, conserva esempi di edilizia nobiliare, significativa emergenza di architettura
privata.
ed ancora prima ... Spartaco!!!
Tra i loro capi spicca Spartaco, un trace (originario dell'odierna Bulgaria) della
tribù Maidia. La rivolta si estende a macchia d'olio estendendosi oltre la
Campania e va a creare un esercito di 70.000 uomini che riesce in varie fasi a
sconfiggere pesantemente i Romani in Abruzzi, poi spostandosi verso Sud, nel
territorio lucano, bruzio e apulo.
Il senato romano, sempre più in allarme
visto che i principali latifondi e molti centri urbani dell'Italia centro -
meridionale vengono messi a ferro e a fuoco, ha il timore che i rivoltosi
marcino verso Roma. Il più grande latifondista e capitalista di Roma, Marco
Licinio Crasso, futuro alleato di Cesare e Pompeo, viene incaricato alla fine
del 72 a.C. di armare un esercito formato da 40.000 uomini e di creare diverse
fortificazioni per sbarrare la strada a Spartaco che non potendosi imbarcare per
la Sicilia, grazie al tradimento dei pirati Cilici, dovette ripiegare verso Nord.
Spartaco si era accordato con i pirati cilici, trafficanti che imperversarono per il
Mar Mediterraneo, per farsi trasportare assieme ai suoi uomini in Sicilia.
(Approfondimento: "TINNARIA: antiche opere militari sullo Zomaro" di Domenico Raso -
articolo pubblicato su Calabria Sconosciuta A. X n. 37 gen-mar 1987 pp. 79-102).
1 giugno 1932
inaugurazione ufficiale Acquedotto Serra
1° giugno 1932
La Banda Musicale
Le origini delle banda musicale a Cittanova risalgono al 1880, anno in cui alcuni studenti, che a Napoli avevano
seguito un corso di orientamento musicale, sentirono la necessità di costituire una "filarmonica" nel
nostro paese.
In seguito venne aperta una scuola di musica e costituita una banda musicale diretta dal maestro Stabile,
proveniente da Napoli, cosi come napoletani sono stati i maestri che successero al maestro Stabile (nell' ordine i
maestri Iannotti, Bettinelli e Gioffrè).
Il Maestro IANNOTTI Giuseppe (Frasso Telesino, 23/02/1870 – Napoli, 4/10/1938),
Compositore e Direttore di Banda, studiò al Conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli, diplomandosi in
Pianoforte e Strumentazione per Banda (1908). Fu attivo come Compositore e Direttore di Bande in America, a Bovino
(FG), a Cittanova (RC), ad Atessa (CH) e a Frasso Telesino (1928-1934 ca.). Due sue marce per Banda furono
premiate al Concorso musicale "T. Belati" di Perugia. È autore di una Sinfonia, di numerose marce per Banda
e di varie composizioni per Pianoforte.
Tra gli anni 1909 e 1915 a Cittanova esistevano
due bande: una, quella Bianca, gestita dal Comune e l'altra,
quella Rossa, formata da elementi che si
raggruppavano attorno al Circolo Unione Popolare Libertà e Lavoro
e diretta, quest' ultima, dal maestro napoletano Lenzi.
L'Unione Popolare Libertà e Lavoro fin dalla sua fondazione si proponeva, con lo statuto, la costituzione
immediata di una scuola musicale e solo quando la potenzialità economica del sodalizio lo consentiva la
istituzione di scuole serali e festive di arti e mestieri per i figli dei soci stessi e la banda musicale aveva
anche il compito di accompagnare gratuitamente fino al cimitero i soci defunti.
Il momento migliore della Banda, nel passato, si ebbe nel 1926 con la direzione del maestro cittanovese Amedeo
Sorrenti.
Il Maestro Amedeo Sorrenti diplomatosi presso il Conservatorio di Salerno, già maestro della Banda dei
Granatieri di Trieste e poi del Gran Concerto Bandistico "Città di Bianco". La Banda di Bianco iniziò
la sua attività nel 1922 ed era composta di ben 65 elementi compresi i solisti.
In pochi anni diventò un punto di riferimento della provincia di Reggio Calabria e i suoi componenti con
la loro divisa coloniale suonarono in tutta la Regione Calabria.
Verso il 1926 il maestro Sorrenti lasciava la Banda di Bianco per dirigere la Banda di Cittanova.
Tra i buoni strumentisti forniti dalla banda
nel corso della sua storia si ricorda il sax tenore Luigi Letizia, che negli anni '30 entrò a far parte
della Banda della Marina, il sax tenore Giuseppe Muratori e il sax soprano Luigi Albanese, anch'essi nel '35
entrati a far parte della stessa banda, nonchè il flicorno baritono Salvatore Calogero che tra il 1920 e il
1930 suonò nella banda municipale di Buenos Aires.