... una realtà urbanistica e ambientale di grande valore storico
La Villa Comunale, progettata dall'ingegnere ed agronomo svizzero
Heinrich Fehr (Niederweningen ZH 1831,
Messina 1887), su richiesta di Carlo Ruggiero
(Monteleone 1814 - Cittanova 1885), è stata realizzata nel 1880 nel sito dove già esisteva un
"pubblico giardino" formato da pioppi vetusti, dismessi nel 1879 (come documentato da una
delibera comunale)
per fare posto a nuove piantumazioni. La superficie
iniziale, di impianto, della villa comunale era ridotta rispetto alla superficie attuale ed essa era dotata di un
solo ingresso dal prospiciente viale. Di contro
notevolmente estesa era la superficie circostante utilizzata quale giardini pubblici.
Carlo Ruggiero, di nobile ed antica famiglia di Sorrento (Napoli), sposa Fortunata Marvasi, sorella del
Senatore Diomede Marvasi, e si
trasferisce a Cittanova dove ricopre la carica di sindaco dal 4 febbraio 1880 al 24 aprile 1885.
Egli fece costruire la villa, a sue spese, per donarla al comune di Cittanova, con
delibera del 29 marzo 1880.
I giardini pubblici con la fontana dell'Olmo
Heinrich Fehr è stato anche progettista della villa Margherita di Catanzaro, della villa
Giuseppe Mazzini di Messina, della villa Giuseppe Mazzini di Palmi e di numerose altre ville in Calabria e in Sicilia.
Il costo per la realizzazione fu di trentamila lire dell'epoca.
Essa occupa una una superficie di 26.515 metri quadri (la villa comunale propriamente detta e i giardini pubblici
antistanti). I quattro giardini comunali, di forma triangolare, sono divisi da due vialetti
che, incrociandosi nel punto dove è collocata una
vasca monumentale, formano una "X"
(mappa della Villa Comunale).
Questa vasca fu costruita in occasione dell’inaugurazione del civico acquedotto comunale, il 1° giugno 1932 con la presenza
dei Principi di Piemonte, Umberto e Maria Josè di Savoia.
Prima ancora in questo punto trovava collocazione l'attuale Fontana
dell'Olmo, oggi ubicata in Piazza Alberto Cavaliere (ex Piazza Olmo) del
nostro centro abitato.
Nella villa comunale sono ospitate piante maestose ed imponenti, esotiche e rare (alcuni alberi
addirittura unici in Italia)
La villa Comunale è stata riconosciuta, con notifica del 19 settembre 1994 (prot. n. 12677), dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Cosenza, bene di particolare interesse storico-artistico e sottoposta a tutela dal Ministero per i beni culturali ed ambientali per i suoi valori naturalistici, urbanistici ed artistici.
Nella dichiarazione si legge che la
villa comunale...
... rappresenta una realtà urbanistica e ambientale di grande valore storico e artistico, fortemente
voluta da Carlo Ruggiero
(Monteleone 1814 – Cittanova 1885) e successivamente donata al Comune di Cittanova nel 1880 dopo averne
affidato la progettazione e l'impianto all' ingegnere svizzero Enrico (Heinrich) Fehr.
Collocata in un'area con terreno profondo e umidità ambientale relativamente alta,
essa gode di condizioni di suolo e di clima che hanno consentito una vegetazione rigogliosa alle essenze
tipiche della fascia mediterranea, di cui il leccio (Quercus ilex), il pino domestico (Pinus pinea),
l'alloro (Laurus nobilis) e il corbezzolo (Arbutus unedo) sono i più tipici rappresentanti.
Anche essenze caratteristiche di flore esotiche si sono affermate con sorprendente successo. Infatti, nella
Villa vegetano e raggiungono grandi dimensioni maestosi cedri del Libano (Cedrus deodara) e cedri dell'
Atlante (Cedrus Atlantica) ma anche la sequoia della California (Sequoiadendron giganteum) ha trovato
l'ambiente adatto a crescere fino a formare tronchi imponenti. Le località ove questi giganti vegetali
possono crescere altrettanto rigogliosamente sono poche in Italia, e rarissime nel Meridione: presumibilmente
questi esemplari di sequoia sono pressochè unici in Italia.
Dalla parte orientale del Nord America proviene il Liriodendron Tulipifera, l'albero dei tulipani; alla flora
dell'India appartiene la Lagerstroemia Indica di cui un esemplare ha raggiunto, dopo oltre un secolo,
dimensioni insolite per questa specie.
Il Viale che limita la
Villa verso i cancelli d'ingresso, il Viale Regina Margherita, è fiancheggiato da due filari di una
pregiata essenza del Nord America, la quercia rossa (Quercus Rubra).
Palme dalle Canarie (Phoenix Canariensis) e palme della California (Washingtonìa Robusta) costituiscono
un bell' ornamento della parte del giardino in cui è collocato il busto di Carlo Ruggiero, eseguito
dallo scultore Mommo Scionti nel 1910.
Simili alle palme nell'aspetto, ma profondamente diverse dal punto di vista evolutivo, alcune belle Cycas
revoluta offrono anche un motivo di interesse scientifico alla villa: sono infatti piante che risalgono al
Giurassico, circa sessanta milioni di anni fa, e rappresentano quindi una testimonianza di quella
antica flora.
E' stato messo a dimora anche un esemplare di Ginkgo
Biloba, un'altra pianta arcaica, scoperta soltanto nel 1754 (*), quando gli studiosi, la ritenevano
del tutto estinta.
L'idea di base del progettista della Villa è stata quella di accogliere, il visitatore con un insieme
tipico del giardino italiano rinascimentale, con siepi di bosso impreziosite da qualche volume sviluppato su
linee verticali. L'impianto si sviluppa poi in una serie di
percorsi
che allontanano la visione dell'insieme, per sostituirla con una visione più ottocentesca e intima,
ottenuta con la sapiente successione di ambienti raccolti e tranquilli. Vi si trovano il "laghetto", col suo
belvedere sopraelevato, un
percorso romantico, la
fontana dei marmi con la memoria
delle distruzioni apportate dai terremoti e lo
stemma civico.
(Lo stemma civico è stato concesso al comune di Cittanova con
Decreto del Re Vittorio Emanuele III, in data ventiquattro aprile millenovecentoventiquattro e trascritto nei registri
della Consulta Araldica in data tre aprile millenovecentoventicinque.)
Ovunque sono presenti notevoli esemplari di azalee (magnifica la fioritura primaverile) e
di camelie, alcune a fioritura precocissima.
La parte che fa da cornice a questi due ambienti, peraltro raccordati tra loro in maniera sempre felice,
è costituita da un'imponente serie di alberi di grande mole tra cui primeggiano i lecci del viale a
monte e le sequoie del versante a Nord, verso la chiesa di San Rocco. Entro questa magnifica cortina di
verde, gli elementi volumetrici più imponenti sono costituiti dai pini. Questi meritano un'attenzione
particolare poichè, non si sa quanto volutamente, sono frequentissimi i tronchi bifidi o plurimi, i
quali, se da punto di vista tecnico sono da considerarsi meno durevoli dei tronchi unici, colonnari, sul
piano estetico raggiungono sorprendenti effetti di monumentalità.
Si tratta certamente di un "unicum" ambientale" e naturalistico di grande valore, un orto botanico di
eccezionale bellezza e rarità, e costituisce per la città di Cittanova un punto di riferimento
dell'intero comprensorio. Per quanto sopra, la Villa è tutelata (ipso-jure) ai sensi degli artt.. 1 e
2 della Legge 01.06.1939, n. 1089 (**), e quindi è da intendersi sottoposta a tutte le disposizioni
di tutela contenute nella legge medesima.
(*) Nella dichiarazione si legge 1770 ma trattasi del 1754.
(**) La legge 1089/1939 reca norme a tutela delle cose di interesse artistico e storico; la legge n. 1497/1939
reca norme sulla protezione delle bellezze naturali. Norme oggi rifluite nel T.U. dei beni culturali, D.Lgs. 490/99.
Villa Comunale Cittanova, "u pagghiaredu"
"Una Villa grandiosa, bellissima e dilettevole si vede surta quasi per incanto in pochi anni nella vasta pianura denominata Giardini, che sta a cavaliere di Cittanova. Forma l'obietto delle compiacenze dei cittadini, l'unico luogo delizioso alle signore che trovano agio allo scambio delle relazioni amichevoli, lasciando il monotono e ristretto vivere del paese col rendere allo spirito un giusto sollievo".
(Giovanbattista Gerardis, periodico "La Provincia", 25 marzo 1883)
Monumento ad Alberto Cavaliere
(opera di Alik Cavaliere)
La Fontana dei Marmi,
costruita con i resti del convento dei Padri Alcantarini, distrutto dal
terremoto del 1783, è opera dello scultore cittanovese Girolamo Scionti (Cittanova, 1º agosto 1875 – Cittanova, 23
febbraio 1964).
Girolamo Scionti è stato allievo e collaboratore di Francesco Biangardi che nel 1893 gli
affidò, ancora diciottenne, l'esecuzione delle tre croci per la varetta
"La Crocefissione di Gesà al Calvario".
All'interno della Villa Comunale si trova il monumento al poeta, giornalista, Alberto Cavaliere (Cittanova, 19 ottobre 1897 – Milano, 7 novembre 1967), politico italiano, autore tra l'altro della "Chimica in versi-rime distillate" (Napoli 1921; 2 ed. Bologna 1928, Chimica organica in versi-rime bidistillate Bologna 1929).
Il monumento è opera del figlio di Alberto Cavaliere, Alik Cavaliere (Roma, 5 agosto 1926 – Milano, 5 gennaio 1998). Purtroppo l'opera è incompleta dopo una menomazione, il distacco di una parte mai più riattaccata.
Alik, scultore di notevole talento cresciuto tra Roma e Parigi prima di stabilirsi nel 1938 a Milano. Studia al Liceo Berchet di Milano e si diploma all’Accademia di Brera (Milano), dove è allievo di Francesco Messina. Conosce Manzù, Funi e Marini, del quale diventa prima assistente e poi il diretto successore, per 31 anni, della cattedra di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Accademia di cui diventò anche direttore. È sepolto al Cimitero Monumentale di Milano.
La mamma di Alik era la scultrice Fanny Kaufmann, moglie di Alberto Cavaliere, di nazionalità russa e di religione ebraica, emigrata in Italia dopo la Rivoluzione Russa.
I due cancelli in ferro battuto, di ingresso della villa comunale, sono stati progettati nel 1915. Sul basamento del busto a Carlo Ruggiero, opera anche questo di Girolamo Scionti, collocato davanti all'ingresso principale della Villa Comunale con davanti una siepe di bosso che forma la cifra 1880 (anno di fondazione), vi è l'iscrizione:
"A CARLO RUGGIOERO IL MUNICIPIO E I CITTADINI RICONOSCENTI MCMIX".
La villa Comunale è stata intitolata a Carlo Ruggiero con deliberazione del Consiglio Comunale numero
170 del 19 luglio 1973.
Calabria, Alberi Monumentali d'Italia
Fonte dei dati: Direzione generale dell'economia montana e delle foreste del Mipaaf - "dataset AMI - Censimento alberi monumentali d'Italia", sesto aggiornamento dell'elenco nazionale.
Decreto dirigenziale del 18/09/2023.
All'interno della Villa Comunale si possono ammirare due dei centotrentaquattro alberi, o sistemi
omogegei di alberi, che si trovano nel territorio della Regione Calabria, inseriti nell'elenco del Ministero
delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali quali Alberi Monumentali d'Italia ai sensi della Legge n.
10/2013 e del Decreto 23 ottobre 2014.
L' elenco
degli alberi monumentali d'Italia, approvato nel dicembre 2017 e periodicamente
aggiornato,
è il risultato dell'attività di censimento di esemplari, singoli alberi o sistemi omogenei di alberi, presenti
sul territorio nazionale che si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico, per l'importanza
antropologico-culturale, per lo stretto rapporto con elementi di tipo architettonico, per la capacità
di significare il paesaggio, sia in termini estetici che identitari.
Il numero complessivo di alberi o sistemi omogenei di alberi iscritti in Elenco, integrato dalle nuove
iscrizioni e dedotte le variazioni rilevate connesse alla perdita di esemplari per morte naturale,
abbattimento o perdita dei requisiti a causa dell'elevato deperimento strutturale e fisiologico, ammonta a
4.288 con il sesto aggiornamento dell'Elenco Nazionale del 18/09/2023.
Gli alberi che si trovano nella nostra Villa Comunale sono il Pino Strobo, inserito nell’Elenco degli Alberi
Monumentali d’Italia nel 2017 (Decreto dipartimentale del 19/12/2017), e la Sequoia Sempreverde, inserita con
il secondo aggiornamento dell'elenco nazionale (decreto dirigenziale del 19/04/2019).
Genere | Specie | Nome Volgare |
---|---|---|
Sequoia | Sequoia sempervirens | Sequoia sempreverde |
Pino | Pinus strobu | Pino strobo |
La sequoia sempreverde (Sequoia o sequoia di California) ha una circonferenza del fusto pari a
435 centimetri e una altezza pari a 34 metri ed è stata scelta per forma e portamento, oltre che per età,
dimensione e rarità botanica.
Il Pino Strobo (detto anche pino di Weymouth), una grande conifera nativa del Nord-America orientale,
una specie non comune in Calabria, ha una circonferenza pari a 380 centimetri ed una altezza pari a
35 metri, si caratterizza per età, dimensione e rarità botanica.
Come detto in precedenza tantissime specie interessanti di alberi sono presenti nella Villa Comunale, anche se
ancora non sono stati censiti nell'elenco degli Alberi Monumentali d'Italia.
Altre specie di alberi, già censiti tra i Grandi Alberi dell'Aspromonte, si trovano nelle immediate vicinanze
del villaggio dello Zomaro.
Nella Villa Comunale è collocato il monumento in bronzo ai soldati cittanovesi
caduti durante la Grande Guerra, opera artistica dello scultore e pittore, cittanovese
Michele Guerrisi
(Cittanova, 23 febbraio 1893 – Roma, 29 aprile 1963), insegnante di storia dell'arte all'Accademia Albertina di
Torino, dal 1922 al 1941, e dal 1941 titolare della cattedra di scultura all'Accademia di belle arti di
Roma, di cui divenne direttore nel 1952.
L'opera e` stata commissionata a Michele Guerrisi nel 1918 (Consiglio comunale, Delibera n. 66 del
21 novembre 1918), all'indomani della fine della Grande Guerra, la cittadina all'epoca era amministrata dal sindaco Vittorio
Perelli. L'opera è stata collocata nella villa comunale di Cittanova nella prima decade del mese di luglio del 1924,
quasi sei anni dopo, a cura dell'amministrazione comunale guidata in quel periodo dal Commissario Prefettizio Attilio Bottari.
Nel mese di settembre dell'anno 1922 la versione definitiva della scultura venne presentata in occasione
dell'esposizione organizzata dal Comitato Regionale Amici dei monumenti e dell'arte, Società Mattia Preti
di Reggio Calabria, presieduta da Alfonso Frangipane.
L'altezza dell'opera è di metri 4.50, la tipologia è a cippo ed il soggetto è una figura di
soldato (fante).
Un modello in gesso di quest'opera è custodito presso il comune di San Giuliano del Sannio (CB) a causa
della contemporanea esecuzione del momumento ai Caduti di quel comune; lo scultore Michele Guerrisi presentò per
la realizzazione dell'opera commissionata
due studi in gesso, il primo era l’esatta copia della Vedetta di Cittanova.
Michele Guerrisi è anche l'autore della statua in bronzo raffigurante la
Madonna con il Bambino posta davanti alla
Chiesa Madre.
Duecentotrentotto soldati caduti, tanti sono i cittanovesi presenti nell’Albo d’Oro dei Caduti
e Dispersi nel corso della della Grande Guerra decretato con il Regio Decreto del 22 novembre 1925. Duecentotrentotto
uomini e duecentotrentotto storie diverse; numerosi soldati cittanovesi sono stati accomunati nello stesso giorno, nello
stesso identico luogo, dal medesimo destino. Duecentodiciotto, invece, sono i nomi presenti sui due
prospetti collocati sulla base di
questo pregevole monumento.
Tra le tante storie della Grande Guerra quella dei nove soldati cittanovesi che perirono tra atroci sussulti, per
l’effetto dei gas asfissianti degli austro-ungarici, all’alba del
ventinove giugno del 1916 sul Monte San Michele; una delle albe pià tragiche per l'esercito italiano che combatteva
sui primi contrafforti del Carso.
L’alba del primo attacco con l'ausilio di gas effettuato sul fronte italiano, una miscela di cloro e fosgene.
Per colpire i soldati italiani tramortiti dai gas venefici i soldati austriaci fecero uso anche di
mazze ferrate.
Altri due soldati cittanovesi risultano, quel giorno, dispersi sul Monte San Michele in combattimento.
Nel Catalogo Generale dei Beni Culturali del Ministero della Cultura l'opera di Michele Guerrisi (Lo scultore della Vittoria)
è così descritta:
Monumento ai Caduti, opera di Michele Guerrisi
Base quadrangolare poggiante su tre ordini di gradini, con lati posteriore e destro incassati nella pietra e lati frontale e sinistro in aggetto ed interamente visibili. sulla superficie di quest'ultimi sono applicate lastre bronzee rettangolari con lettere a rilievo, e precisamente, l'elenco in ordine alfabetico di 131 caduti e 38 dispersi in guerra, e di 49 soldati morti a causa della guerra. sulla sommità della base si imposta la figura potente ed icastica di un fante a torso nudo; è in posizione eretta con i piedi appoggiati sulla roccia, ha la gamba sinistra tesa, quella destra ripiegata e la mano sul fianco sinistro. Il soldato è colto nel momento in cui osserva l'orizzonte, con sguardo fiero, in attesa del nemico; sulla testa ha l'elmetto, mentre con la mano destra regge la baionetta.Nel passato, nella ricorrenza del "IV Novembre", il monumento era la meta del corteo dei Cavalieri di Vittorio Veneto Cittanovesi, con le loro onorificenze sul petto, dopo la celebrazione della S.S. Messa in memoria dei Caduti della Grande Guerra nella chiesa Matrice di Cittanova e prima della cerimonia di omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona di alloro ai piedi del monumento.
A cittanova sono stati decretati 216 reduci, residenti nel nostro comune, con medaglia d'oro e croce greca.
Istituita alla fine della prima guerra mondiale la Croce al merito di guerra venne concessa a tutti i combattenti italiani che avessero onorevolmente prestato servizio attivo per almeno cinque mesi in zona di guerra o fossero stati feriti o caduti in azione. A coloro che prestarono servizio militare per almeno sei mesi nelle forze armate italiane durante la guerra 1914-18 o durante le guerre precedenti, nel 1968, è stata concessa soltanto una medaglia ricordo in oro.
Cinquantadue reduci, che non avevano i requisiti per poter ottenere l’Ordine di Vittorio Veneto, sono stati insigniti della sola medaglia d'oro.Foto ricordo dei Cavalieri di Vittorio Veneto con il sindaco dell'epoca, avv. Arturo Zito de Leonardis
Il 2 febbraio 2019 è stato collocato, all'interno della Villa Comunale, un monumento a Teresa Talotta maritata Gullace, donna resistente nata a Cittanova il 7 settembre 1906, uccisa da una Luger di un soldato tedesco a Roma, il 3 marzo 1944 durante l’occupazione nazista, mentre tentava di raggiungere il marito, Girolamo Gullace, prigioniero dei tedeschi in una città sotto l'occupazione nazista, flagellata dai bombardamenti e con gli alleati alle porte.
All’epoca dei fatti, Teresa, aveva già cinque figli e ne aspettava un sesto. Casalinga, si era trasferita a Roma alla fine degli anni ’30, dopo il matrimonio con Girolamo Gullace (matrimonio contratto il 9 luglio 1924), città dove il marito già da celibe lavorava come manovale nei cantieri edili.
Secondo le testimonianze rilasciate, fra gli altri, dalla partigiana Laura Lombardo Radice, dopo aver scorto il marito alla finestra della caserma dell'81º reggimento di fanteria, in viale Giulio Cesare, il luogo dove Teresa si recava tutte le mattine nel tentativo di vedere suo marito, tentava di avvicinarsi a lui, forse per consegnargli del pane e formaggio o solo per parlargli, incurante del divieto urlatole da un sottufficiale tedesco che spara e la uccide barbaramente.
Nel pomeriggio dello stesso giorno dell'uccisione Laura Lombardo Radice e Pietro Ingrao stendono il testo di un manifestino sull'accaduto, ampiamente diffuso nei quartieri popolari e nelle periferie della capitale.
La sua figura divenne ben presto un simbolo della resistenza romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista Roberto Rossellini, che prenderà spunto da Teresa Talotta per il personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani nel film "Roma città aperta", una delle opere più celebri e rappresentative del neorealismo cinematografico italiano.
Teresa Talotta è stata insignita dal Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, che nel 1977 le conferì, alla memoria, la Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione:
La sua immagine è stata scelta da Poste Italiane, nel 1995, per rappresentare, in un francobollo commemorativo, le donne nella seconda guerra mondiale.«Madre di cinque figli ed alle soglie di una nuova maternità, non esitava ad accorrere presso il marito imprigionato dai nazisti, nel nobile intento di portargli conforto e speranza. Mentre invocava con coraggiosa fermezza la liberazione del coniuge, veniva barbaramente uccisa da un soldato tedesco. Roma, 3 marzo 1944.»
L'opera, in bronzo, di altezza pari a metri 2.20, è opera dello scultore cittanovese Giuseppe Guerrisi (Open Street Map).The Towns Botanical Gardens was planned by the Swiss engineer Enrico Fehr on request by Carlo Ruggiero (Montelone 1814 – Cittanova 1885), and was completed in 1880.
It covers an area of 26,515 square meters. It boasts majestic and imposing plants many of which are uncommon and exotic. Some of the trees are unique in Italy.
Here we find magnificent Sequoias, the Cedar of Lebanon, the Juniper of Virginia, the Roman Pine; the Holm Oak is also present. There list goes on with the Maple tree, the Platanus Acerifolia, the Tulip Tree, the Paulowinio, the Oak Rubre, the Weeping Willow, the Pagoda Tree, the Prunus and Robin's Acacia.
The Villa has been recognized as having particular artistic, historical and botanical interest. and is under the protection of the Ministry for Culture and Environment also for its naturalistic, urban and artistic value.
(translation by Martino De Marco)
Viale Villa Comunale innevatoIl Laghetto dei Cigni nel passatoIngresso Villa Comunale