Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website

Pietro Muratori

Cittanova, Pietro Muratori

Le Opere

DEL TEMPO FELICE

poesia di Pietro Muratori

Cittanova Plenura Disegno di Pietro Muratori

Cantavano uccelli e cicale, nel regno del tempo felice,
e ignaro fanciullo giocavo inseguendo farfalle.

Leggero e felice scendevo a saltelli il sentiero
di pietre ai terrazzi del colle a valle diretto
agli ombrosi odorosi aranceti
la dove sul tronco di un fico inclinato mio padre
siedeva godendo un momento di quiete riposo.

Sembrava dormire, ma quando,
a lui m’accostai ho scorto che invece piangeva:

«Perché piangete, padre?»
Si scosse sorpreso, impacciato come un bambino:

«Pensavo - rispose - ad un giorno lontano a un fanciullo,
che mentre giocava correndo il fico ha spezzato.
Ma crebbe il fico, distorto, ma forte e robusto,
e anche il fanciullo é cresciuto, smarrito nel mondo.
Per questo piangevo, per questo.» e il pianto si terse
tacendo guardando attorno.
Poi mesto soggiunse:
«Quando anche tu sarai grande, e lontano nel mondo
e quando la vigna d’ortiche coperta sarà,
forse anche tu ritornando un po piangerai.»

Un soffio di vento la quiete dell’agro rimosse,
una foglia dal fico ha staccato e nell’aria arrancando
appigli cercava, ma poi,
con un tonfo cadeva morendo.

UGUALE SORTE

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Parlavate piano, padre, quella notte,
come il fruscìo dei tralci al pergolato,
cercando le parole sulle stelle:
“Dove andrai domani, figlio!
quì è la casa, il tetto, il focolare,
il calore, l’amore...dove andrai!
Altrove delusioni troverai,
il pregiudizio, l’emarginazione.
Tu non sai!
anch`io ho bussato a quelle porte
risalendo «l’erta, aspra e dura,»
nell’uguale sorte!”

Io non sentivo l’accorato appello
al senno acerbo, ero lontano
con i sensi e il cuore nell`abisso
fascino dei falsi ideali
che mi ardevano dentro come un fuoco
sconvolgendo il senno
prepotentemente a poco a poco.

Anni e inganni, effimere speranze,
avaro tempo...
Quì torno ora afflitto al pergolato,
nella solitudine cadente
a leggere l’appello inascoltato.
Quì torno e m’ accorgo,
che il cuore quì è rimasto abbarbicato
alle rovine del natìo borgo.

QUESTA É LA MIA CITTÀ

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Case, palazzi, chiese, campanili. Vicoli,viali, piazze e giardini,
fontane che raccontano la storia
dei sepolti ruderi del tempo
dei millenni sepolti senza gloria.

Dolcemente adagiata alle pendici
degli aspri monti verzici declivi
in sventolìo di alberi vessilli
alla Piana distesa degli ulivi.

Alacre e saggia affonda le radici
nelle bollenti vene della terra
tormentata dai sismici flagelli
da cui sempre è rinata, rigogliosa,
cullata dolocemente da ruscelli.

Nei giardini lirici elisei
vanno aedi declamando odi
alle tombe dei sopiti dei.

Afri soffi, nordici riflussi,
di pirati ferocie e avventurieri
che passaron scrivendo amara storia:
Questa é la mia città:
sepolta gloria.

MULINO

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Gorgoglia l`acqua quieta alle sorgenti
e pei fossati scivola frusciando
or lesta or lenta lungo l`aspra via
leggende raccontando
di chi passò seguendo il suo destino.

Dalla rocca salta e s’infrange
sulla grande ruota del mulino
che stridendo muove l’ingranaggio
della dentata pietra che frantuma
grani fragranti di sole e di sudore.

Nella roggia vispe lavandaie
sciacquano panni e cantano stornelli
sbirciando verso l’alto al muretto,
dove giovanotti vagabondi
lanciano sguardi e timidi sorrisi.

Mulino antico lassù, alla Gabella,
sulla via maestra che risale
la strada biancheggiante che conduce
al valico del sole del mattino.

La cantano fanciulle sognatrici
mentre l`acqua fugge
coi sogni di un momento, e con g`idilli
taciti, lindi e brevi
senza traumi assilli.

CITTÀ LONTANA

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova panorama anni '40 (disegno a penna e china)

La mia città è lontana
immota al tempo,
dove il mare balugina riflessi
nel miraggio incanto
in ruggenti nembi di tempeste
e singulti rivoli di pianto.

Disegno di Pietro MuratoriChiese e Palazzi di Cittanova

La campana scandisce l’apatìa
a Telamoni e Cariatidi impietriti
che reggono i corrosi templi resti
saccheggiati dal tempo
e dagli apocalittici funesti.

La s’odono ancora i lamenti
d`anime sepolte dagli strali,
delle tirannìe e dei sinistri
stravolgimenti turbini fatali.

Dei fieri numi sibilò la fionda
e del cosmo i sismici furori
che han travolto capanne, case e templi
nella furia selvaggia degli orrori.

La mia città è lontana,
fra le rovine giace
dei frantumi cesellati marmi
e spesso s’ode la sua voce roca
di megera negletta risalire
dagli antri ribollenti dei vulcani
e temo il vento vindice che soffia
sul fuoco distruttore di domani.

PIGRO TEMPO

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriMercatino settimanale, davanti al palazzo Gagliardi

Voci di bimbi e lieti girotondi,
cullano il sonno dei vecchietti
appisolati all’ombra avanti agli usci
nelle ore calde dell’estate.

Alla fontana l’acqua mesta scorre
e l’orologio batte i quarti dora
del tempo fuggitivo che non torna.

Le massaie filano sedute
avanti agli usci e celiano frammenti
di storie vecchie e nuove.

Le ragazze ricamano motivi
e desideri nella mente quieta
segretamente cullando dolci sogni.

Sul campanile scalcinato i dotti
Cosimo e Damiano in prego stanno
mentre stormi ciarlieri passerotti
fanno ronda dal pino al vecchio olmo
accanto alla fontana dei passati
secoli venture e versa acqua
narrando del passato le leggende
raccolte nello scorrere per via
e con sussiego colman orci e bocche .

L’erma in alto fissa lontananze
all’orizzonte confuse
e la donzella alla bifora scruta
la vela bianca che più non riappare.

T’ AMO CITTÀ

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriVia Pagano, case abbandonate

T’amo città
memoria che contempli
dai scalcinati cornicioni i giorni
nell’andazzo logorìo dei templi.

T’ama anche l’empio città,
che il gregge bianco macchia
e non lo sà.

Nei ruderi è scritto l’arco vita
degli avi, le fatiche e gl`ideali
nei monumenti in mistico languore
e un fremito mi scuote
i sensi e il cuore.

Come una fuga di pensieri vedo
in controluce scorrere il tempo
vissuto in puerile sonnolenza
ai giulivi queruli bisbigli,
al ronzìo delle api sulle siepi,
al festoso frinir delle cicale,
ai trilli delicati nelle notti
dei grilli al lunare brulichìo
in cielo delle stelle,
e al brusìo del tempo che fuggiva:
T’amo città!
memoria alla deriva.

CITTÀ-NUOVA

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova insieme di chiese e fontane (penna e acquarello)

Vago nome città, vaga memoria,
arso brezio lembo
tirrenico rivolto a ponente
adagiato sul vasto mare grembo.

Quì s’alternaron flussi migratori
d’etnie miscugli avventurieri,
lasciando i segni oscuri del destino
in un nome vuoto di memoria:
(Kourtalades*)
di arcadico sapore, senza storia.

Funesto un dì la terra ritremò: (1783 **)
e ai reduci atterriti
morti miseria e ruderi lasciò.
...
Mirabile ancor risorse in Casalnuovo ***
con monumenti, scuole e fucine,
case, chiese, giardini e ampie vie,
dovizia di fonti e d`acque cristalline.

Di pensiero elevata, saggia e pia
attiva nell’ingegno dei mestieri
in podestà di alterna signorìa
e civico rigor di magisteri.

Di principi e regnanti amata alcova
un Re ammirato solenne proclamò:
«Non é un Casale questo, é CITTA-NUOVA****.

* Kourtalades, o Koutraslades, che in greco significa paese di filatrici
** terremoto del 1783, detto “il flagello”
*** Che risale alla ricostruzione voluta dai Grimaldi, nel 1618
**** Decreto N. 129 del 1° Aprile 1852, a firma di Ferdinando II° di Borbone.

UN PIANTO TUTTO D’ORO

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriVecchio frantoio alla Gabella

Riudrai o Serra i lirici bisbigli
della selva e avrai l`aura carezza
dei mattini, ma più non udrai
il cigolìo della grande ruota
che spingeva la granita pietra
a molcere le olive in sansa mota.

Eccola ora, inerte coi cimeli
davanti all`aia, appoggiata al muro,
a consumarsi al sole e ai geli.

Non s`ode più dell`acqua il tuffo scroscìo,
ne uccelli guazzano al canale.
Dov`è il leccio sull`aia ad ombreggiare
sulla rotonda pietra commensale?

E dove sono i piccoli Enotri,
attivi al frantoio a colmare
orci, giare e otri?

Forse in cielo
, o lontano, oltre i monti e i mari,
orfani raminghi del destino
per il mondo anonimi smarriti
nel migrante esodo cammino?

LARGO PIOPPICELLO

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Case attorno al largo crocevia
antico e vivo:
Largo Pioppicello, nostalgia.

La chiesetta, la piazzetta amena
testimone dell’andato tempo.
strada selciata lucida e consunta,
umile gente con il cuore teso.

Rondini voli attorno ai tetti rossi,
dalle gronde ai nidi, ai cieli tersi
in svettanti striduli squittii.

Gente che passa, torna e rivà
al diuturno lavoro, l’esistenza
scarpe chiodate, passi sul selciato,
Il pastore col gregge mane e sera,
che munge il latte avanti alla porta,
i fanciulli che giocano nel largo,
l’arco del giorno, l’arco della vita.

Carri e carretti, asini e cavalli,
fumo odoroso di cucina ai tetti,
martellare alterno d`artigiani:
questo era il mio Largo Pioppicello,
nome antico, smarrito per la via*
con la gente che passa e più non torna.

(* è stato cambiato il nome, oggi Piazza Fonti)

Orme

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova Via Filangieri, terminale nord (acquarello)

Cittanova Vecchio Mercato Disegno di Pietro Muratori

Eccomi errabondo
ritornato fanciullo sui sentieri
calpestati ruderi relitti
per cercare invano care orme
di chi passò cullandomi sul grembo
canticchiando nenie ed ora dorme.

I luoghi degl`idilli ripercorro
reconditi piacevoli sentieri
ricalcando i passi
dove inseguivo le chimere
nei giardini degli agresti regni
d`isole brughiere.
...
Ora all’avello mi conduce il passo;
al cimitero,
nella penombra dei cipressi austeri
dove tutto nel languore tace
coi fiori appassiti sulle tombe
di chi riposa nell’eterna pace.

Non più ritorni agli avìti siti,
ai tepori delle calde mura,
ai miei strumenti senza corde e muti
al buio abbandonati
come scrigni d`attimi perduti.


poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova, Parco Villa Comunale (incisione colorata)

O colli ameni in maestà di pini,
o valli ombrose e mitici sentieri
in dolcezza d’aulici giardini:
ricco fui in te senza saperlo.

O superbe isole brughiere,
città d’oro, casa, focolare,
terra delle sismiche bufere:
da te fuggì un dì senza volerlo.

NOMADE SENNO

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriFocolare

Ansia d’attesa a sera, al focolare
del sorriso vostro, padre,
del calore attorno al sacro altare.

Sapevano d’erba e fiori le vostre mani,
d`erba fresca e dissodata terra,
levigate e dure come suole;

forti come acciaio,
temperato al gelo ed al sole.
Sapevano d’amore le carezze
sul mio viso tenero di latte,
delicatamente dolci asprezze.

Rughe, profondi segni
d’anni stenti, di fatiche e affanni
e immagini celate d’altri regni.

Oceani continenti
nello sguardo fermo, vago cenno,
d`arse steppe e vaste praterie
dove si è temprato il corpo e il senno.

Scorre il senso aspro della storia
nell’iridio turbine riflesso:
«Ausonia! Ausonia!»
quì sepolta, urla la memoria.

MAGNA GRECIA

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova rione Schioppo, rovine frantoio medievale
(penna e acquarello)

La chiamaron Calabria, *
i greci fuggitivi dall’Arcadia
che nuova patria cercavano
lungo le coste ioniche gentili
dove Ausoni, Esperi ed Enotri,
Osci, Etruschi, Siculi e tanti altri
l’italo verbo seme han generato;
lirico latino,
fuso all`epico omerico pensiero
itinerante
nella storia del suo mondo fiero.

Sui frantumi sgretolati marmi
d’Hera Lacinia al tempio dei cantori
nacquero i segni del novello verbo:
d`Ibico, Stesicoro, Nosside e Virgilio,
che d`epodi note soffuse a numi e a muse
vibrarono le aule dorate , e ai peristili,
e limpida rifulse e diffuse
la filosofia del nuovo comma
d’algebrica Pitagora misura
al savio lume di Zaleuco e di Caronda,
nell`mana armonica natura.

* Dal greco BEL BOCCIUOLO

PRIMO GIORNO (di scuola)

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCittanova panorama (acquarello)

Disegno di Pietro MuratoriVerso il primo giorno di scuola - settembre 1929 (Le baracche)

Sentivo il tepore fluido plasma
dalla tua mano dilagare lento
nella mia, riversando ai sensi
una piena dolcissima di ansie,
quando con orgoglio mi portavi
il primo giorno a scuola.

Mi staccavo allora dal tuo grembo
e aprivo il libro bianco della mente
per tracciare i novelli segni
del futuro verbo luminoso
in regola grammatica misura
e sintassi metrica armonia.

Rivivo ancora quel lontano giorno
quando sfogliavo curioso il sillabario
per scoprire il senso della vita.

Ora sfoglio memorie in controluce
e sento ancora il trepido calore
della piena d`amore che scorreva
dalla tua mano, madre, nella mia,
riversando tacito la linfa
che nutriva i sensi, il senno e il cuore.

PICCOLA CITTÀ

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriCurva a Scàrpari

Io t`ho perduta piccola città,
un`alba triste, nera e tempestosa
nel dissenno degli anni della guerra
imberbe ancora,
e agnello mi trovai in mezzo ai lupi
dalle sembianze d`angeli gentili
ma dai latrati cinici e cupi.

E fu dura l`erta, ahimè! e duri i giorni
per un po di pane senza sale
e tra la veglia e il sonno m`apparivi
ai celesti lidi, Fata Morgana,
nello splendore di serre aranci e ulivi.

È stata furia d`attimi funesti,
e la follìa della ragione assenza
che ha distrutto i focolari nidi
inghiottendo nel fuoco le tue mura.
Un urlo strazio si levò d`orrore
che nella memoria ancor perdura.

Quella furia d`ira mi ha travolto
e trascinato a lontani lidi,
pei vicoli del mondo peregrino
ingannato dalla falsa stella
delle patrie lontane, e t`ho perduta,
senza trovarne mai una più bella.

CARA MAESTRA (dedicata all'insegnante Carmela Mesiti)

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro MuratoriQuinta classe con l`insegnante Carmela Mesiti

In suggestione assorto ti vedevo
atomo luce sospeso nell`immenso
empireo dell’aula atmosfera
satura di senso e controsenso.

Il volto tuo materno contemplavo
incipriato e fine di zitella,
un po sfumato dietro alla veletta,
e il busto nella blusa d`organzina
bianca sulla nera gonna stretta.

È stato duro per te tenere a bada
quei monelli che macchiavan fogli
con gioconda incosciente fantasia
che approfittavan maliziosamente
del difetto della tua miopia.

Poi quando hai domato il nostro senno,
sei scomparsa senza preavviso
lasciandoci come orfani sgomenti
nell`aula vuota senza il tuo sorriso.

Ah! se potessi rivederti ancora
ai tuoi piedi cadrei umiliato
per chiederti perdono e dirti grazie
della luce che tu m`hai donato.

CHIARA STELLA

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

 orchestrina di natale cittanovaCITTANOVA: L’orchestrina di Severino e Aniello Romano, che ha eseguito per le vie di Cittanova in notturno, durante la novena di Natale, le pastorali del maestro Giuseppe Scaglione, nel 1934 e nel 1935, composta da:
Silvestro Muratori – Severino Romano – Pietro Muratori – Aniello Romano – Amedeo Albanese

Laggiù,
nella mia piccola città
Natale scende dai severi monti;
all’alba,
al tremolìo pallore delle stelle,
e schiere di pastori giubilanti,
con pifferi, trombette e ciaramelle.

Umile gente, principi e regnanti,
si ritrovano insieme per le vie
si abbracciano, si stringono la mano
umilmente in devozione gloria
al pargolo sovrano:

“Alleluja! Osanna!”
esulta al mondo un attimo bontà:
“Gloria in eccelsi Dei e pace in terra
agli uomini di buona volontà.”

Così ognun commemora Gesù;
laggiù, nella mia piccola città,
rimasta tale e quale
come tanti, e tanti anni fà.

Primula

poesia di Pietro Muratori

Cittanova di Calabria, Panoramica verso il mare (acquarello)Cittanova di Calabria, Panoramica verso il mare (acquarello)

Iridio primavera, quinta classe,
gita in collina: storia naturale.
Alberi bocciuli foglie e fiori
in grazia di colori
e delizie agli occhi, ai sensi e al cuore:
Jole, oh Jole!
turgido bocciuolo di candore
puro più di un giglio,
occhi di cielo, chioma in fili d`oro,
di angelo l`incanto del sorriso.

Alla scarpata l`arrestò timore
di sporcare le scarpine bianche
e il fato accanto me la pose, lieve
fremito di primula gentile.

Bianca via, incanto di dolcezza;
ebbrezza primavera, ai sereni
celesti cieli di splendori accesi.

Sull`aspro ciglio io m`arrampicai
e una violetta colsi e gliel`offersi.
Lei sorrise e al cuore la portò
dandomi la luce d`un sorriso
d`innocente angelica purezza:

Era Amore!
tacito, vero,
quello che mai muore.

SI FA SERA

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Mamma seduta al focolare annaspa
con conocchia e fuso
e il gatto pigro finge di dormire.

Reclina il fiore su se stesso, tace.
Tace anche la gente, si fa sera,
tace il pino lassù in cima al colle,
con il cipresso, il fico e il melograno,
tace la selva, tace il cucù,
s’ inabissa nel mare il sole e muore.

Al canceletto del giardino chiuso
non cigola la griglia arrugginita
e chi tornava a sera non c`è più.
Anche la siepe è dimessa, senza vita,
senza i lieti convegni alle lunari
idilliche notturne bivaccate,
al focherello che illuminava
i volti alle giovani brigate.

E al silenzio d’incubo che opprime
taci anche tu o mamma, e più chiami
come allora, quando all`imbrunire
la tua voce vibrava nella valle
accorata come una preghiera:
“Torna figlio, torna!
Si fa sera!”

SMARRITE LONTANANZE

poesia di Pietro Muratori

Disegno di Pietro Muratori

Sulla sedia accasciata, madre stai,
dietro l’uscio su te stessa china,
monodiando frasi, e con lo sguardo
smarrito oltre il fondo della via.

Distrattamente vagli i remoti
cantucci della mente le vissute
scene della vita, il bene e il male,
i sogni, le rinunce, i sacrifici
gioie, pene e affanni.
Anni giovani, ardenti estati, quando
grani spigolavi canticchiando
nenie ai passerotti attorno al grembo
che cercavan granelli e linfa amore.

Disegno di Pietro MuratoriLa Madre pensosa (Olio)

Dietro alla portaora, vecchia e stanca,
le memorie rivivi, i controsensi,
le reliquie accarezzi, appese al petto
e in una mano stringi la gualcita
ultima mia lettera con la foto
unta e ingiallita...
...
Laggiù all`orizzonte,
nel mare ardente il sole si discioglie
sprofondando con le tue speranze
nell`abisso notte
delle nostre smarrite lontananze.
Si fa sera!”