La Via Crucis del Venerdì Santo
Il Fascino della Settimana Santa
Anche se in modo attenuato persiste tuttora,
a Cittanova come pure nei paesi vicini, il fascino dei riti della Settimana Santa, tanto cari alle passate
generazioni, che iniziano dopo le privazioni della Quaresima (a "Corajisima"),
con la Domenica delle Palme, e terminano con la tradizionale "Affruntata"
e la processione per le vie cittadine nella Domenica di Pasqua.
Tuttavia, anche se con momenti meno commoventi rispetto al passato, anche a Cittanova la Settimana Santa è ancora ricca
di suggestioni e di fascino.
Suggestioni, tradizioni e tanta partecipazione popolare per questi riti religiosi che coinvolgono l'intera comunità cittanovese.
Venerdì Santo a Cittanova (Foto: Francesco Politi)
Un ruolo importante, nello svolgimento dei riti della Settimana Santa, ricoprono le statue
e i gruppi statuari, che ricordano le fasi della Passione di Gesù Cristo, realizzate dai
Biangardi, scultori napoletani autori della quasi totalità dei gruppi scultorei della
Settimana Santa Cittanovese.
Lo scultore Francesco Biangardi, attivo nell'Ottocento, è nato a Napoli il 23/02/1832 ed è morto a Caltanissetta
nel 1911. Il figlio Vincenzo, anche egli
scultore dotato di notevole talento, morì a trent' anni, il 24/09/1890, probabilmente per mano assassina. La loro arte,
realizzata con materiali vari, si rifà completamente alla scultura popolare napoletana tipica dei modellatori
di figurine da presepe del XVIII secolo.
Francesco Biangardi è giunto a Cittanova nel 1864, dopo un incontro a Napoli con Don Camillo Palermo che in quel
periodo ricopriva il ruolo di priore della Congrega del Preziosissimo Sangue dell'Arcipretura di San Girolamo.
Le statue della passione, i cosiddetti "Misteri", raffigurano scene della passione ed
iniziano con quella del "Cristo nell'orto degli ulivi" e terminano con quella del
"Cristo Morto" e dell'
"Addolorata".
Esse sfilano per le vie cittadine, portate in spalla, il venerdì della Settimana Santa.
I gruppi dei "Misteri" presenti sono senz'altro quelli più rappresentativi per numero ed ampiezza scenica con
evidenti riferimenti a note iconografie della storia dell'arte.
Il gruppo della Pietà, firmato e datato 1866,
ricorda una analoga composizione
seicentesca di Annibale Carracci mentre il Cristo Morto ricorda opere del settecento napoletano.
In quest'ultimo gli angeli
sono opera documentata della bottega dei Morani di Polistena, la vara è opera di artigiani cittanovesi.
Tutto inizia con la domenica delle Palme quando, nel cortile dell' "Istituto Femminile Ali Materne" ed in piazza San Rocco,
si benedicono i ramoscelli di ulivo e le palme intrecciate.
I ramoscelli di ulivo e le palme benedette saranno riposti dai fedeli in ambienti protetti delle proprie abitazioni.
Nella giornata del Mercoledì Santo, dopo la messa vespertina dei Portatori delle "Varette", nella
Chiesa Matrice, vengono benedette e consegnate ai portatori, da parte del Parroco, le "Mantelline" che
indosseranno durante la processione dei "Misteri" del Venerdì Santo.
Il Giovedì Santo, a Cittanova come in tutto il mondo cattolico, con la messa vespertina "in Coena
Domini", inizia il Triduo Pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemora la Passione, Morte e
Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri
della Domenica di Pasqua. Durante la messa viene celebrato il rito della "Lavanda dei piedi" dove il
sacerdote lava e bacia i piedi di dodici giovani, in tunica bianca, rappresentanti gli Apostoli.
La sera del Giovedì Santo è dedicata alla visita degli "Altari della Reposizione"
popolarmente detti "Sepolcri", "u giru di simburchi", che vengono allestiti nelle chiese e che vengono visitati dai fedeli.
In ogni chiesa visitata, dove c'era un sepolcro, i fedeli entrando, nel passato, sollevano ripetere la frase "Santu
Simburcu visitatu e di la randi celestria e di gralimi vagnatu di la Vergini Maria".
I sepolcri sono adornati con i ceri accesi, il pane, il vino e con vasi ricolmi di piantine di grano e di altri cereali,
fatti precedentemente germinare al buio.
L'altare della reposizione è il luogo in cui, nella liturgia cattolica, viene riposta e conservata l'Eucaristia
al termine della messa vespertina del Giovedì santo, la Messa nella Cena del Signore (Missa in Coena Domini).
La Visita dei Sepolcri
Le campane rimangono "legate" fino a quando suonando annunciano la Resurrezione del Cristo.
Nel passato nella serata del Giovedì ed il giorno dopo durante la Via Crucis e la processione del
Venerdì Santo, per le vie del paese si udiva il suono dei "carìci" (raganelle), strumenti di legno suonati
dai bambini.
Si tratta di un battente di legno che simboleggia la necessità di sovrastare il chiacchericcio della gente e gli insulti
rivolti verso Gesù Cristo, prima della crocefissione, ed inoltre di simboleggiare le torture che sul Calvario Cristo
ha ricevuto.
Il Venerdì Santo, al mattino presto, la tradizionale processione penitenziale della Santa Croce; "a
Prucessioni di l'Omani" come viene ancora chiamata nel nostro vernacolo.
Una percorso per le vie del paese che ha come punto di partenza e di arrivo la chiesa Matrice, con sosta in
ogni chiesa.
Nel passato, la sera del Venerdì Santo, si svolgeva ed era molto partecipata la predica dal pulpito,
nella Chiesa Madre, un evento molto coinvolgente ed emozionante. Durante questa funzione molto atteso era il
momento della "Consegna del Cristo a Maria". Il predicatore, durante l'omelia, con in mano il Cristo appena
rimosso da un crocefisso, pronunciando la frase "Vieni, Maria, a prendere il Tuo Figlio", chiamava la
Madonna Addolorata e sulle braccia snodabili della statua, che nel frattempo era stata avvicinata al pulpito,
deponeva il Cristo dopo che le braccia della statua venivano mosse per accoglierlo. Un gesto che, specie
nel lontano passato, era accompagnato da tanta commozione, con le lacrime dei fedeli e una moltitudine di
gesti penitenziali.
A decorrere dalla Settimana Santa 2015 è nella serata del Venerdì Santo che
si svolge la Processione dei "Misteri" (La Via Crucis), le varette della Passione di Gesù Cristo.
Tra questi le statue dei Biangardi, padre e figlio, seguaci della tradizione scultorea presepiale
della seconda metà dell' 800 giunti a Cittanova nel 1864.
Un rito di antica tradizione che il popolo cittanovese vive con profonda fede e devozione.
Il nome di "Misteri" dato alle statue che raffigurano le scene della passione di Gesù
Cristo sembra derivi anche dall'uso del termine per indicare, già dal Trecento, drammi
sacri tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, nell' area franco - spagnola. Dalla Spagna,
dove tali rappresentazioni appartenevano al "teatro de los misterios", vennero, complice la
dominazione iberica in Calabria e Sicilia e nelle regioni meridionali in generale (dal 1412 al
1713), ad affermarsi nel nostro territorio.
Una "Via Crucis" che, contrariamente a quanto avveniva in precedenza quando una semplice processione partiva dalla Chiesa
Matrice alle 11.00 del mattino, percorre le vie della nostra cittadina nel fascino delle prime luci della sera ed è
composta dal corteo delle varette, le statue e i gruppi statuari, accompagnate dalle preghiere dei fedeli e dal suono
lugubre della Banda Musicale.
Un percorso che si snoda per le vie del nostro centro abitato, con sosta in cima al sagrato della chiesa del Calvario per la
tradizionale Predica del Venerdì Santo; una riflessione religiosa a cura del sacerdote prima del ritorno delle varette
nella struttura dove vengono custodite e valorizzate, il Museo delle Varette di Cittanova ubicato nella Via Vincenzo Zito
(alle spalle dell'ex Mercato Coperto - mappa).
Nella serata del Sabato Santo la Veglia Pasquale, con l'atteso momento della
"Resurrezione della statua del Cristo" che viene elevata in modo rapido al di sopra dell'altare
maggiore della Chiesa Matrice, anticipa la Domenica di Pasqua e la tradizionale
"Affruntata".