Pietra Cappa
Le origini di Pietra Cappa sono antichissime, precedenti a quelle della nostra penisola: questo rilievo fa
infatti parte del sistema orografico calabro-peloritano, di formazione simile a quella del sistema
Sardo-Còrso e di alcune zone delle Alpi. Unitamente alla Sila e alle Serre, fa parte di quelle che
i geologi definiscono le “Alpi Calabresi”, i rilievi, infatti, sono costituiti da rocce granitico cristalline
diverse dal calcare dolomitico dell’Appennino centro-meridionale. La parte alta dell’Aspromonte, in cui si
alternano i famosi piani d’Aspromonte di origine marina sedimentaria separati da ripide scarpate, è
formata da gneiss e micascisti, mentre i graniti, coperti da conglomerati e marne che scendono giù
fino al mare.
Tipica nell’Aspromonte è la presenza delle “pietre”, grossi e grandi conglomerati rocciosi a cui il
vento e l’acqua hanno dato forme particolari meritando nomi particolari come per il nostro monolite presente
qui a San Luca. Se ne trova una vera e propria collezione: Pietra di Febo, Pietra Castello, le guglie delle
Torri di Canolo e le Rocche di San Pietro. La Pietra Cappa, La Pietra Castello, la Pietra Lunga e altre hanno
fatto assegnare alla valle che le ospita il nome di Valle delle Grandi Pietre.
Pietra Cappa, con la sua mole enigmatica e carica di leggende troneggia nella Vallata delle Grandi Pietre.
Il nome non ha nulla a che fare con la lettera dell'alfabeto inglese. Nei documenti medievali si legge di
Pietra Cauca che sta ad indicare pietra vuota. Il toponimo tuttavia è riferibile non solo a Pietra
Cappa, ma all'intera zona circostante dato che numerose, anche se più piccole, sono le rocce ed
anfratti tanto da richiamare alla mente paesaggi della Cappadocia. Sul pianoro in cima a Pietra Cappa si
notano resti di opere murarie; ai piedi di Pietra Cappa, infine, si trovano i ruderi della chiesa di
San Giorgio.