"Il latte che si otteneva dagli animali veniva riscaldato e ad esso si aggiungeva
" u quagghju", per cagliarlo e fare "u casu", il formaggio.
La pasta fresca del formaggio, prima che fosse messa nelle forme, si
chiamava "tuma".
Al siero che era rimasto si aggiungeva altro latte, con l'aggiunta di
erbe selvatiche e ramoscelli di fico, e si otteneva la ricotta.
Formaggio e ricotta venivano messi in cestelli di varia grandezza, detti
"fascedi", costruiti con steli di ginestra intrecciati.
Per far cagliare il latte, non si usavano un tempo prodotti chimici, ma
un prodotto naturale ricavato dallo stomaco del capretto ancora
lattante.
Lo stomaco, contenente solo latte, veniva essiccato e cosi si otteneva
"uqugghju", che, sciolto in acqua tiepida, veniva aggiunto al latte ed
era un ottimo coagulante. "